Alimentazione selettiva: cos’è e cosa fare

Mag 2, 2024 | Alimentazione, Disturbi alimentari, Psicologia

L’alimentazione selettiva è un comportamento alimentare che si caratterizza per la ristrettezza e la rigidità nella scelta dei cibi. Chi ne soffre consuma solo alcuni alimenti, escludendo tutti gli altri per motivi sensoriali, emotivi o cognitivi. Questo comportamento può avere conseguenze negative sulla salute fisica e psicologica, oltre che sulle relazioni sociali. 

Scopri più approfonditamente cos’è l’alimentazione selettiva, quali sono le sue cause, come si manifesta nelle diverse fasce di età e come si può curare.

Cosa vuol dire alimentazione selettiva?

L’alimentazione selettiva, anche nota come disturbo selettivo dell’alimentazione o ARFID (Avoidant/Restrictive Food Intake Disorder), è un disturbo alimentare che si manifesta con una limitata varietà e quantità di alimenti assunti. Chi ne soffre rifiuta di mangiare molti cibi, spesso quelli di origine vegetale, per via del loro colore, odore, consistenza, sapore o temperatura. Generalmente, questo comportamento non è motivato da una preoccupazione per il peso o l’aspetto fisico, ma da una paura o un disgusto verso il cibo, o da una mancanza di interesse o appetito.

Questo disturbo può avere diverse conseguenze negative, tra cui:

  • carenze nutrizionali, che possono portare a problemi di crescita, anemia, osteoporosi, infezioni e altre malattie;
  • disturbi gastrointestinali, come stipsi, diarrea, reflusso, nausea e vomito;
  • disturbi psicologici, come ansia, depressione, fobia sociale, disturbo ossessivo-compulsivo e disturbo da deficit di attenzione e iperattività;
  • difficoltà nelle relazioni sociali, come isolamento, conflitti familiari, rifiuto di partecipare a eventi che coinvolgono il cibo, come feste, cene o viaggi.

Quali sono le cause di alimentazione selettiva?

Le cause dell’alimentazione selettiva non sono ancora del tutto chiare, ma si ritiene che siano multifattoriali, ovvero che dipendano da una combinazione di fattori genetici, biologici, psicologici, ambientali e culturali. Tra i possibili fattori di rischio o di scatenamento, possiamo citare:

  • predisposizione genetica o familiare a sviluppare disturbi alimentari o altri problemi psichici;
  • sensibilità sensoriale aumentata o alterata, che rende alcuni cibi intollerabili o sgradevoli al gusto, all’olfatto, alla vista o al tatto;
  • storia di esperienze traumatiche o negative legate al cibo, come soffocamento, allergie, intossicazioni, abusi o bullismo;
  • scarsa esposizione o familiarità con gli alimenti, dovuta a una dieta monotona, a una mancanza di varietà o a una eccessiva restrizione da parte dei genitori;
  • bassa autostima, una difficoltà a gestire le emozioni, una tendenza al perfezionismo o al controllo, una rigidità cognitiva o comportamentale;
  • presenza di altri disturbi del neurosviluppo, come l’autismo, la sindrome di Asperger, la sindrome di Tourette o la sindrome di Down.

Alimentazione selettiva per fasce di età

L’alimentazione selettiva può comparire in qualsiasi momento della vita, ma è più frequente nei bambini e negli adolescenti. Vediamo come si manifesta e come si può affrontare nelle diverse fasce di età.

Bambini

Parliamo di alimentazione selettiva nei bambini, un comportamento alimentare che si caratterizza per il rifiuto di molti cibi, spesso per motivi sensoriali o emotivi. Può essere una fase normale dello sviluppo o un disturbo che richiede un intervento, dato che può causare problemi di salute, carenze nutrizionali e problemi relazionali. 

Per aiutare i bambini che soffrono di selettività alimentare, è importante valutare le cause, consultare dei professionisti e coinvolgere i genitori. Tra le strategie utili, ci sono: offrire cibi vari e appetibili, esporre il bambino a nuovi cibi gradualmente, coinvolgerlo nella preparazione dei cibi, dare il buon esempio e elogiarlo per i progressi.

Adolescenti

L’alimentazione selettiva negli adolescenti è un disturbo del comportamento alimentare che si manifesta con una dieta molto limitata e monotona, che può causare problemi di salute, psicologici e sociali. Può essere influenzata da fattori genetici, biologici, psicologici, ambientali e culturali.

Per trattare il disturbo negli adolescenti, è necessario consultare dei professionisti, coinvolgere la famiglia e gli amici, e applicare delle tecniche terapeutiche, come la terapia cognitivo-comportamentale, la terapia familiare, la terapia di gruppo e la terapia farmacologica. 

Adulti

L’alimentazione selettiva negli adulti è un disturbo alimentare che si manifesta con una dieta molto limitata e monotona, che può causare problemi di salute, psicologici e sociali. 

Per trattarla, è necessario consultare dei professionisti, e applicare delle tecniche terapeutiche, come la terapia cognitivo-comportamentale, la terapia di accettazione e impegno, la terapia di esposizione e la terapia farmacologica. L’obiettivo è di aiutare l’adulto a comprendere e modificare il suo comportamento alimentare, e a migliorare la sua qualità di vita.

Come curare l’alimentazione selettiva

Per curare l’alimentazione selettiva, è necessario intervenire su più livelli, coinvolgendo la persona che ne soffre, la sua famiglia e il suo contesto sociale.

  • Il primo passo è consultare un medico o un nutrizionista per valutare lo stato di salute e nutrizionale della persona, e per stabilire un piano alimentare adeguato alle sue esigenze e ai suoi gusti;
  • Il secondo passo è rivolgersi a uno psicologo o a un terapeuta specializzato in disturbi alimentari, che possa aiutare la persona a comprendere le cause e le conseguenze del disturbo, a modificare le sue credenze e i suoi atteggiamenti verso il cibo e verso se stesso, e a sviluppare strategie di coping e di problem solving;
  • Il terzo passo è coinvolgere la famiglia e gli amici della persona in un processo di sostegno e di collaborazione, che li renda consapevoli e sensibili al problema dell’alimentazione selettiva, e che li aiuti a creare un ambiente favorevole e incoraggiante per il cambiamento.

Il dott Giuseppe Iovino

Il dott. Michele Giuseppe Iovino si occupa della diagnosi e della terapia chirurgica dell'Obesità patologica. Già Dirigente Chirurgo dell’Ospedale Cardarelli è tutor per la formazione degli specializzandi in Chirurgia Generale dell’Università Federico II di Napoli. Ha fondato il Centro vesuviano per la diagnosi e cura dell’obesità e delle malattie oncologiche e funzionali dell’apparato digerente. BIO COMPLETA